Dentro o fuori dal coro?

Cantare in coro è meraviglioso.

Una voce non messa a tacere
In vita mi hanno chiamato in tanti modi.
Ero una fanciulla vivace con i capelli ricci e scuri raccolti sulla nuca, avevo occhi grandi per guardare il mondo. Indossavo vestiti eleganti bordati di pizzi candidi, portavo cappellini e amavo la musica.
Mi chiamavano Melanie Bonis e studiavo pianoforte di nascosto.
Mi piaceva sentire le vibrazioni delle melodie attraversare il mio corpo partendo dalle mani fino al cuore.
La magia dei suoni mi portava lontano… ma viaggiavo tra le note da sola. Speravo tanto che nessuno mi ascoltasse perché non volevo innervosire mia madre.
Ero brava ma i miei genitori non pensavano che lo studio della musica fosse adatto a una bambina di buona famiglia.
Un professore del conservatorio per caso udì i miei studi segreti e riuscì a convincere i miei genitori affinché avessi un’educazione musicale.
Credevo di vivere in paradiso.
A sedici anni presi lezioni perfino da Cesar Frank. Figuratevi che dopo l’audizione fui subito ammessa al conservatorio e vinsi anche il primo premio in armonia.
Conobbi lì l’amore della mia vita, Amédée Landely Hettich.
Ricordo che pensai che fosse solo l’inizio di un’esistenza meravigliosa fatta di musica e di armonia.
Ma la vita d’artista non si addiceva a una ragazza di buona famiglia.
Mi scaraventarono in un inferno.
Da quel momento il mio nome fu Madame Albert Domange.
La mia vita fu piena di doveri, fui costretta al silenzio compositivo e a quello dell’anima.
Un giorno rividi per caso Amédée e fu di nuovo amore.
Iniziammo a frequentarci clandestinamente e clandestinamente iniziai a comporre le mie musiche. Le firmai Mel Bonis e tutti non ebbero dubbi e le attribuirono a un uomo di talento, perché il talento era degli uomini.
Il pubblico amò moltissimo il compositore Mel. Chi immaginava che il diminutivo nascondeva Melanie?
Fu diCicile mantenere segreta la relazione con Amèdèe.
Fu un tormento lasciare che nostra figlia Madelaine nata in clandestinità crescesse lontana da me.
Fu penoso sopportare una vita uCiciale che non mi assomigliava.
Fu terribile non firmare il mio lavoro con il mio proprio nome.
Le musiche di Mel sono piene di questo dramma e le note riflettono la tragedia di Melanie.
Comporre era come scrivere un diario, vergavo gli spartiti grazie all’inchiostro del mio dolore e le mie emozioni transitavano sul pentagramma.
A un certo punto iniziarono a chiamarmi Veuve Albert Domange e Madelaine poté finalmente venire a vivere accanto a me, e io potei continuare a comporre senza nascondermi.
Ma una donna Compositeur era cosa troppo strana in un mondo di artisti che non dava spazio al genere femminile.
Per sopravvivere decisi una cosa che mi feriva e che continua a far male.
Mel Bonis firmò per sempre le opere scritte da Melanie.
Ma io sono Melanie e la musica non ha genere.
Mel, Melanie Bonis (1858-1937)

(Antonella Manduca per le musiche scritte da Melanie Bonis e suonate al pianoforte da Chiara Romanelli il 24 novembre 2025 - per la giornata contro la violenza sulle donne)

Le passioni si intrecciano, si rincorrono da sempre e a un tratto si incontrano. Io non immagino una vita senza la musica e mi sentirei persa senza la scrittura.

19 ottobre 2024, le antiche mura del castello della Rovere di Vinovo hanno ospitato un evento straordinario della Stagione Concertistica dell’ Accademia Corale Stefano Tempia Onlus: Puccini, un ritratto nel centenario della morte.

Il soprano Angela Gandolfo accompagnata dal maestro Leonardo Nicassio, l’Ensemble Melos con Armando Barilli alla viola solista, il coro da camera dell’Accademia Corale Stefano Tempia, e le voci bianche della Scuola Internazionale Spinelli, tutti sotto la direzione del maestro Luigi Cociglio hanno creato una magia carica di grandi emozioni.

Tra le note delle arie e delle musiche tratte dalle più significative opere del grande Giacomo Puccini sono stati letti da Bruno Depetris alcuni brani ispirati ad aneddoti della sua vita, scritti da me.

Un momento intenso, un attimo immenso sospeso tra le melodie e le parole. Come non essere felice e onorata di essere stata parte di questo incantesimo?